Suicidio dell’adulto: numerosi fattori di rischio
Problemi professionali, divorzio, alcolismo… I fattori di rischio che possono condurre un adulto al suicidio sono molti. E se la depressione entra spesso in causa, è importante non trascurare altri disturbi psicologici, riconoscerne i segni ed intraprendere il dialogo.

© Getty Images
Il suicidio nell’adulto è preoccupante, specialmente nelle persone di età inferiore ai 34 anni. I fattori di rischio sono numerosi.
Diversi fattori di rischio
Una patologia mentale preesistente viene identificata nel 90% dei suicidi. Ad esempio, il rischio suicida è sempre presente nello schizofrenico in tutte le fasi della malattia, compreso quando, trattato, il paziente riprende il contatto con la realtà. Le associazioni di alcolismo e disturbi della personalità sono circostanze che favoriscono il rischio di suicidio. Altro fattore di rischio, specialmente nell'uomo: il celibato, il divorzio o il vedovato. Impotenza e desiderio di controllare il proprio destino coesistono, illustrando una perdita di speranza nell’avvenire, associati a problemi di disoccupazione e di precarietà dell’impiego, di violenza al lavoro. Stress e mobbing pesano più particolarmente sulla popolazione femminile. L'attacco narcisistico e la perdita della stima di sé portano all’azione.
Depressione, psicosi e disturbi della personalità
La depressione e l’indebolimento dello slancio vitale che l'accompagna rappresentano un fattore di rischio maggiore, che espone il soggetto ad un rischio di suicidio 30 volte maggiore. La percentuale di mortalità suicida si avvicina allora al 15%. Anche gli stati depressivi maggiori e le depressioni nevrotiche sono interessate. Il 50% dei tentativi di suicidio sopravvengono durante i primi 5 anni della malattia depressiva. Certi antidepressivi, eliminando l'inibizione provocano passaggi all’azione (15% di mortalità suicida).
Identificare i cambiamenti d'atteggiamento non giustificati
Ricorda che il suicidio non avviene mai per un unico motivo. Il passaggio all’azione rimanda a problemi complessi mai univoci. Piombato nella confusione, il suicida raramente si lamenta. Non sa ciò che cosa cerca: la soluzione o la fine dei suoi problemi? Il suicidio equivale per lui ad un modo di abbreviare la sua estrema sofferenza. Il pericolo è che passi alla fase della determinazione. Generalmente il progetto di suicidio si costruisce in più tappe: dal flash al passaggio all’azione passando per l'ideazione, la ruminazione, la pianificazione, la cristallizzazione, gli eventuali lasciti di oggetti, ecc. L'aiutare a formulare il suo disagio e a immaginare prospettive di soluzione può, nel liberarlo, portarlo a rinunciarvi. Si può cercare di entrare in confidenza, in intimità, dicendo per esempio "sento che non stai bene in questo momento".

- Il suicidio nel mondo
- Prevenire il suicidio, è affare di tutti
- Il suicidio: l'espressione di uno stress
- Prevenzione del suicidio: non bisogna dimenticare gli adulti
- Il suicidio degli anziani: basta con l'indifferenza!
- Suicidio: sotto accusa il mondo del lavoro
- Suicidio: l’influenza dell’ambiente socioprofessionale
- Le ragioni del suicidio
- Suicidio dei giovani: si abbassa l’età
- Il suicidio tra gli adolescenti: una popolazione a rischio
- Come aiutare un adolescente in crisi?
- Suicidio negli adolescenti: quando bisogna preoccuparsi?
- Il punto sul suicidio giovanile
- Suicidio: identificare i segni
- Il suicidio: come reagire?
- Il suicidio: alcune risposte alle vostre domande
- Dopo un tentato suicidio: l’importanza del controllo
- Dopo un tentato suicidio, occorre fare una terapia familiare?
- Dopo un tentativo di suicidio nell’adolescente, si deve temere una ricaduta?
- Superare un suicidio
- Reagire dopo il suicidio di un bambino
- L'elaborazione del lutto dopo un suicidio
Per saperne di più: