Donne e alcol: un tabù da infrangere
Quando è una donna a rivolgersi a uno specialista per un problema con l’alcol, sono spesso emozioni come la vergogna, la solitudine, l’isolamento a venire a galla… Tollerata negli uomini, la dipendenza dall’alcol rimane tabù nel sesso femminile. Breve panoramica di un fenomeno contemporaneo con la dott.ssa Fatma Bouvet de la Maisonneuve.

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Durante i consulti in alcologia all’Ospedale Sainte-Anne di Parigi, il sentimento manifestato più spesso dalle donne è la vergogna: la dipendenza dall’alcol, tollerata da parte di un uomo, lo è molto meno se si manifesta nel sesso debole.
L’alcolismo al femminile colpisce circa il 10% delle donne, con un consumo regolare di bevande alcoliche superiore a 3 volte alla settimana*. Di fronte all’aumento delle richieste d’aiuto per alcolismo da parte delle donne, la dott.ssa Fatma Bouvet de la Maisonneuve si interroga su questo fenomeno sociale.
Alcol al femminile: il bicchierino di nascosto
Anche in questo donne e uomini non si comportano allo stesso modo. Se l’uomo fa dell’alcol un’occasione « sociale » per fare due chiacchiere con gli amici al bar, le cose vanno diversamente per le donne. « Di nascosto » è la parola d’ordine: « E’ un alcolismo solitario, accompagnato da un sentimento di tristezza o addirittura di depressione, con un unico obiettivo: stordirsi e dimenticare », precisa il medico-psichiatra. Accompagnato dal senso di colpa quasi sempre presente al risveglio.
Sola non significa single, però. Il bicchierino viene spesso buttato giù rincasando dal lavoro, prima che i bambini tornino a casa da scuola, mentre si prepara la cena. Sono spesso donne che lavorano e che occupano posti di un certo livello. La dipendenza può cominciare attraverso i pranzi d’affari a ripetizione o le festicciole in ufficio, per poi spostarsi nella sfera privata.
Le vere cause dell’alcolismo femminile
Le cause sono tante, ovviamente. « L’alcol è legato in parte al sovraccarico di responsabilità », fa notare la dott.ssa Bouvet de La Maisonneuve. Molte donne vivono « ad alta velocità» , tra il lavoro fuori casa e quello in casa con i bambini. Si lamentano di non potersi risposare e riconoscono che è facile utilizzare l’alcol come un ansiolitico a portata di mano, senza bisogno di ricetta e apparentemente inoffensivo.
Un altro fattore spesso evocato durante le visite: l’ambiguità legata all’identità. Molte testimoniano sulla difficoltà di presentarsi come una donna vincente: la società mette alla loro portata il successo professionale solo comportandosi come un uomo. Insomma, una donna costantemente sotto pressione e sottoposta a uno stress rilevante.
Identikit delle donne confrontate all’alcol
Ma chi sono queste donne che soffrono più di altre in un contesto comune, in fondo, a molte donne? « Delle donne « troppo » », risponde la dottoressa. « Troppo sensibili, troppo creative, troppo propense a sacrificarsi per gli altri e troppo dipendenti affettivamente. » Sono donne che sembrano forti e sicure di sé, ma che in realtà nascondono un’insicurezza e una mancanza di fiducia in se stesse profonde, l’alcol fa parte delle strategie che utilizzano per proteggersi.
Sono a rischio anche le donne che soffrono di depressione. « Circa il 65% delle donne alcolizzate ha attraversato un periodo di depressione o ansia profonda » aggiunge la psichiatra. Sono anche da prendere in conto altri fattori come la fobia sociale e i disturbi alimentari, in particolare la bulimia.
Come curare l’alcolismo
Se l’alcol aiuta a non cedere alla depressione, crea però un circolo vizioso. « Quando possiamo parlare di dipendenza? », è una domanda che si pongono molte vittime dell’alcol... Secondo il Dott. Fouquet, padre dell’alcologia francese, la dipendenza è dichiarata « quando viene meno la libertà di astenersi dal bere ». Uscire dal circolo vizioso è possibile: il primo passo consiste a mettere da parte la vergogna e a rivolgersi a uno specialista.
La dipendenza dall’alcol si può curare con terapie mediche e psicologiche. Fin dalla prima visita, il procedimento di guarigione è in moto: « Preferiamo procedere a una disintossicazione ambulatoriale, senza ricovero » precisa la dott.ssa Bouvet de la Maisonneuve. Per molte donne, la decisione di chiedere aiuto è sufficiente a far scattare la molla della guarigione e la disintossicazione avviene piano piano. Anche le terapie di sostegno collettive sono utili. I risultati sono incoraggianti!
* Fonti : Inpes. 2006
Catherine Maillard

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